Buono quanto basta

Recentemente riflettevo sul concetto di buono quanto basta.

Quando si inizia a lavorare ad un progetto ci si pone degli obiettivi. Gli obiettivi si monitorano durante lo svolgimento delle attività legate al progetto e si decide come agire in base allo stato di avanzamento, in modo da arrivare a raggiungere gli obiettivi in un tempo ragionevole.

Diciamo che questa è la base della gestione dei progetti, che siano personali o professionali.

Spesso quando si lavora a un progetto personale c’è un grande trasporto emotivo. Questa è una buona cosa ed è fondamentale per trovare la motivazione necessaria a mantenere l’impegno per avanzare.

A volte però la ricerca di soluzioni perfette a tutti i problemi che si incontrano fa naufragare questi progetti sotto la mole dei dettagli che continuano ad accumularsi.

Personalmente, quando intuisco una certa tendenza a dedicare molto tempo a cose molto specifiche, trovo utile concentrarmi sulla visione d’insieme. In questo modo cerco di ridimensionare i problemi e le soluzioni rispetto al mio obiettivo generale.

Una capacità molto importante che si perfeziona con l’esperienza è quella di intuire velocemente il momento in cui un lavoro è buono quanto basta per andare avanti.

Se hai un dubbio fai il minimo indispensabile, vai avanti e poi ripensaci dopo. Se è necessario fare delle modifiche effettuale, altrimenti lascia tutto com’è. Magari questo approccio non si può adottare sempre, ma nella maggior parte dei casi sì.